Come faccio quando a lezione c'è Jessica e la Signora Nicolosi? - Ameriga Giannone Mind Body Alchemy

Come faccio quando a lezione c’è Jessica e la Signora Nicolosi?

Ciao my love, Ti scrivo questa mail dopo essere appena rientrata da un ritiro di Yoga pazzesco che ho condotto per Pasqua.Ho insegnato per 10 ore al giorno ad un gruppo di 23 persone, tutto quello che mi appassiona di più: Yoga, Astrologia, Workshop di Crescita Personale, Breathwork, Cerimonie con delle piante per connettersi ai sogni, e Comunicazione. Ora, non pensare che ai miei ritiri vengano solo insegnanti di yoga e persone super appassionate, perchè in realtà NON è cosi. Questo giro avevo: – 6 insegnanti di yoga e 1 di pilates che non aveva mai fatto yoga- due donne di 60 anni – in formissima! – che erano alla loro prima lezione di yoga e al primo retreat ( Incredibile ma vero!)- 4 uomini, di cui uno totalmente nuovo allo yoga,- un paio di ragazze ultraflessibli (una di loro era in grado di fare il ponte dall’alto con i piedi praticamente uniti)- svariate persone che si “auto-definivano” praticanti non assidui.Sono sicura che questo succede anche a te: sarebbe un sogno avere delle classi “mono-livello” (con tutti gli studenti più o meno allo stesso livello) MA AHIME’ non è cosi. Insomma ti starai chiedendo: come si fa a insegnare una lezione di yoga quando di fronte a te c’è la Signora Nicolosi e anche Jessica, la ventenne ultra-flexi ?
Opzione 1: Potresti fare una lezione facile e accessibile, strutturandola sulle capacità della Signora Nicolosi. “Tutto sommato- stai pensando- queste cose le possono fare entrambe”.Il problema però sarebbe che Jessica dopo i primi 10 minuti si sta già annoiando a morte, e la vedi che inizia a guardare in giro per la stanza o, anche peggio, a scrollare sul suo cellulare. Jessica non tornerà mai più, e riattiverà l’abbonamento alla palestra di crossfit. Quindi: Opzione 2: Potresti fare una bella lezione avanzata dove Jessica  è super concentrata e si diverte tra una posa contorsionista e l’altra. Il problema però, in questo caso, ce l’avresti con la Signora Nicolosi, che si sentirebbe intrappolata in un girone infernale e che guarderebbe ansiosamente l’uscita sperando che ci sia un’ambulanza la fuori pronta per lei. Se uscisse viva, ovviamente non la vedrai mai più. Magari ti arriva anche una denuncia.In entrambi i casi una delle tue alunne resterebbe scontenta… ma quindi, come fare?Per capire questa cosa- bisogna anzitutto capire cos’è lo “stato di flow”– un’esperienza mentale descritta in maniera brillante da uno psicologo ungherese dal cognome impronunciabile (Mihály Csíkszentmihályi). 
Lo stato di flow è quello stato in cui siamo totalmente presenti, connessi e concentrati, tanto da dimenticarci del mondo intorno a noi. Secondo Mr Csik. noi adoriamo le esperienze che ci portano ad uno stato di flow- ed infatti la tua insegnante di yoga preferita probabilmente riesce a darti questo tipo di esperienza. Ma non è l’unica! Per portarti ad uno stato di flow, un’attività deve avere i seguenti requisiti: – non essere troppo semplice (finiremmo per annoiarci, un po’ come Jessica)- non essere troppo complicata (finiremmo per gettare la spugna e sentirci frustrati, un po come la Signora Nicolosi).Quindi quando fai uno sport che ti piace, o studi qualcosa di nuovo, l’ideale sarebbe che questa attività ti sfidasse abbastanza da renderla interessante per te, ma non troppo da crearti frustrazione.Se ti stai chiedendo come strutturare una classe del genere ….NON PUOI MANCARE DOMANI sera! Ci vediamo per il mio webinar gratuito dove ti racconterò questo e altri 2 segreti fondamentali per trasformare lo yoga nella tua carriera full-time. Controlla il tuo inbox per ricevere il link per accedere domani mattina <3
NON MANCARE ALLA LIVE anche perchè- oltre alla possibilità di interagire live con me- farò un’annuncio speciale con dei bonus speciali 🙂E adesso fammi sapere: Qual’è la difficoltà più grande per te nel creare sequenze di yoga? 

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